GIULIO QUAGLIO IN MOSTRA A UDINE

22.11.2019

di Ernesto Palmieri

Racconto di viaggio, 22-23 novembre 2019

Lo scorso venerdì 8 novembre, a Udine, nella chiesa di S. Antonio, è stata aperta la mostra "Giulio Quaglio Pittore Europeo a Udine". La mostra è stata voluta dal Comune di Udine per celebrare i trecentocinquant'anni dalla nascita dell'artista (1668-1751) ed è stata realizzata in collaborazione con il Museo diocesano e la Fondazione Friuli. Anche APPACuVI ha partecipato all'iniziativa fornendo, mediante apposita raccolta fotografica di Ernesto Palmieri, le immagini delle opere del pittore in territorio lariano e ticinese e dando il proprio patrocinio.

Per delineare chi sia stato Giulio Quaglio per la città di Udine riportiamo il giudizio di Luigi Lanzi, storico dell'arte di fine Settecento.

"In lavori a fresco è prevalso in questi ultimi tempi a ogni nazionale un comasco, per nome Giulio Quaglia. La sua età e il suo stile mi fanno sospettare ch'ei fosse della scuola de' Recchi, ancorché il suo disegno sia meno colto che in Giova Battista Recchi capo di quella famiglia pittorica. Giovane venne nel Friuli sul cadere, come sembra, del passato secolo, e quivi ha fatto pitture per lo più a fresco in così gran numero che non è agevole farne elenco. Pregiansi molto le storie della Passione onde ornò la cappelle del Monte di Pietà di Udine; ancorché lavori molto più vasti abbia condotti nelle sale di quelle nobili famiglie, ove si scorge una fecondità di idee, un possesso di pennello, un talento per grandi composizioni, che sembra aver potuto figurare nella sua età, nonché in Como, in Milano ancora.

Nella città friulana egli a lungo soggiornò dal 1692, sposando nel 1694 la quindicenne Margherita Novo, e vi lavorò per una decina d'anni. Realizzò in affresco grandi cicli per le più nobili famiglie cittadine. Li possiamo ancora ammirare nei palazzi Della Porta, Strassoldo, Antonini, Daneluzzi-Deciani-Braida, Maniago, Gallici-Beretta, e al Monte di Pietà dove danno notevole prova di sé, con bellissimi stucchi, Lorenzo Retti e G. Battista Bareglio (Barelli). E lasciò un importante ciclo sulla volta della chiesa di S. Chiara. La mostra, per sua natura quasi esclusivamente fotografica, essendo il Quaglio soprattutto un frescante, dà una quadro completo dell'attività del pittore non solo a Udine ma anche dei principali luoghi dove ha operato, comprese le opere intelvesi.

APPACuVI ha organizzato una visita alla mostra, articolata su tre giornate che ha consentito ai partecipanti, guidati dal prof. Giuseppe Bergamini, autore della grande monografia sul Quaglio e direttore del Museo Diocesano, di ammirare non solo la mostra ma anche gli splendidi affreschi giovanili di G.B. Tiepolo nel palazzo patriarcale.

Il tutto nella cornice dei pregevoli spazi della città con importanti architetture dei nostri Maestri.

L'ultimo giorno è stato dedicato a S. Daniele del Friuli dove, oltre ai magnifici affreschi di Pellegrino da S. Daniele, allievo di Raffaello, in S. Antonio, il duomo, opera di Domenico Rossi e Carlo Corbellini, ci ha riservato la sorpresa degli altari con sculture di Giuseppe Torretti (Toretti), maestro del Canova e del fonte battesimale di Carlo da Carona.


Anche qui gli artisti dei laghi sono stati protagonisti. Sulla via del ritorno, sosta a Pordenone per vedere la grande e bellissima mostra dedicata a Giovanni Antonio de Sacchis detto, appunto, il Pordenone.